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Schwann, Theodor.

Biologo tedesco. Compì approfonditi studi in svariati campi della medicina e della biologia, grazie ai quali fu in grado di formulare la rivoluzionaria teoria cellulare, che tutt'oggi costituisce la base della vita degli organismi superiori. Laureatosi in Medicina nel 1834 all'università di Berlino sotto la guida di J. Müller, divenne nello stesso anno assistente di quest'ultimo presso il Museo di anatomia e si dedicò a studi riguardanti il meccanismo della contrazione muscolare. Divenne presto un fiero oppositore della teoria della generazione spontanea sostenuta, tra gli altri, dal suo stesso insegnante. Nel 1836 scoprì e denominò la pepsina quale agente responsabile della digestione delle proteine a livello gastrico. Nel 1837 riconobbe nel lievito il responsabile della fermentazione alcoolica e fu in grado di dimostrare che tali fermentazioni non si producono in assenza di questi organismi; inoltre provò scientificamente che queste ultime sono arrestate dal calore e da particolari sostanze chimiche. Nel 1839 pubblicò le sue Ricerche microscopiche sulla concordanza nella struttura e nello sviluppo degli animali e delle piante, nel quale è riassunta la teoria cellulare: secondo questa teoria il corpo degli animali e dei vegetali superiori è costituito da unità elementari strutturali e funzionali, dette cellule, dotate di vita propria e nelle quali vengono elaborate svariate sostanze. Nel 1939 si trasferì all'università di Lovanio, dove tenne la cattedra di Anatomia; nel 1848 passò all'università di Liegi. Dopo tale trasferimento S. intraprese studi di filosofia e di teologia (Neuss sul Reno 1810 - Colonia 1882). • Istol. - Cellule di S.: cellule di forma appiattita che avvolgono gli assoni dei neuroni costituenti i nervi periferici dei vertebrati, formando una guaina, detta guaina mielinica. Questa guaina assicura all'assone un ottimo isolamento elettrico, rende impossibile qualsiasi dispersione di corrente attraverso l'assolemma e favorisce quindi una rapida propagazione del segnale nervoso. Ogni cellula di S., infatti, interagisce con un solo assone ed è avvolta intorno a questo parecchie decine di volte (fino a 300) formando una specie di manicotto isolante lungo circa 1 mm. Tra un segmento di guaina mielinica e il successivo rimangono delle zone di assolemma scoperte, dette nodi di Ranvier, in corrispondenza dei quali, per diffusione passiva, si verifica la depolarizzazione della membrana e quindi la formazione di un potenziale d'azione che si trasmette al nodo successivo. La conduzione saltatoria dello stimolo nervoso, dovuta alla presenza intorno all'assone della guaina mielinica, porta a due benefici: una più veloce trasmissione dei potenziali, come già accennato, e la conservazione dell'energia metabolica che tale trasmissione richiede.